Teatro stabile del Kosovo

Rieccoci brevemente online dopo i bagordi natalizi.

So che molti dei 12-13 lettori di samopravo saranno venuti a farmi visita sperando di trovare qualche commento sulle recenti elezioni (ma tanto si sapeva come andava a finire) o sul fatto che il povero Hashim sia ormai più noto per le sue discutibili competenze in nefrologia e cardiochirurgia, piuttosto che in economia e politologia (ma dopo la foto pubblicata su Libero di lui che fa “ucci ucci” accarezzando un bambino Serbo non c’era più nulla da aggiungere).

Comunque, molti dei delusi hanno lasciato qualche vivace commento, che vi invito a leggere come sempre (e come sempre ho levato quelli di puro insulto).

Piuttosto, volevo segnalare un documentario che il mio amico Roberto ha appena finito di girare.

Questo è il trailer.

Il documentario dovrebbe essere presto disponibile sulla Rete in versione integrale. Quando così sarà non mancherò di farvelo sapere. Se poi qualcuno volesse contattare Roberto mi può scrivere in privato.

Alla prossima!

A perfect day

Era qualche settimana che aspettavo l’occasione per potervelo dire, senza girarci troppo intorno: samopravo va in letargo.

Non dico che non ci scrivero’ mai piu’, dico solo che se alle dieci del mattino la giornata in ufficio vi sembra ancora insopportabilmente lunga, per un po’ andatevi a cercare un altro sito per farvela passare.

Non staro’ li’ a raccontare il perche’ e per come, che peraltro risulterebbero di dubbio interesse generale.

Diciamo solo che dopo tre anni un po’ mi sono stancato di scrivere, e poi ho troppe altre cose importanti da fare, tipo allenarmi a scacchi per riuscire a battere i vecchietti al parco almeno una volta.

C’e’ anche il fatto che, questo va anche detto, la cronaca quaggiu’ non e’ che abbia piu’ il ritmo travolgente di un tempo – il che mi lascia spesso a corto di idee.

Potrei raccontarvi della nuova compagnia London taxi che ha sguinzagliato due dozzine di macchine inglesi in girp per la citta’ con tanto di autista in smoking, o della santa rissa tra monaci scoppiata nel monastero di Gracanica, o di quanti cassonetti in fiamme ho visto oggi sulla strada dall’ufficio a casa mia, ma vi interessa veramente?

Piuttosto, veniamo a noi. Aoh! Sono gia’ passati due sporchi e fangosi anni da quando ero qui col mal di schiena in casa a scaricare le foto della giornata dell’indipendenza e a guarda i fuochi d’artificio fuori dalla finestra. Sembra incredibile vero? Eppure…

E quale ricorrenza migliore che l’anniversario dell’indipendenza per celebrare il nostro bell’arrivederci?

Suvvia, non siate tristi, ci sono tanti altri blog che parlano di Balcani. Lina da sola ne avra’ almeno sei.

E via, basta con quelle lacrime, lasciamoci con un sorriso:

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Vi piace? E’ il mio.

Notate quanto fosse ingiallito e tartaroso prima (foto a sinistra), e come sia invece candido e smagliante adesso (foto a destra). C’e’ quel piccolo residuo bluastro sulle gengive, ma il dentista, che ha compr… ehm, preso laurea e diplomi nelle migliori universita’ americane a Pristina mi assicura che nel giro di pochi anni sparira’, e poi esalta il nuovo bianco dei denti.

So che siete invidiosi. Lo volete anche voi? Basta chiamare la Gopal Dent, che ha importato il brevetto Zoom USA appunto dagli USA. Si tratta di un trattamento assolutamente sicuro, non invasivo e direi quasi piacevole. Qui sotto mi vedete mentre mi sottopongo al suddetto intervento. Notate appunto il sorriso, che gia’ si profila smagliante:

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Se avete altri problemi dentari, non c’e’ problema. Sono lontani i tempi di tenaglie e estrazioni, qui ormai si cura di tutto e lo si fa pure bene. Chiedetelo ai Carabinieri, che si sono tutti fatti rifare dalla dentista Gloria corone, ponti e capsule.

Perche’? Per il semplice motivo che qui il dentista costa circa il dieci per cento che in Italia.

Non il dieci per cento in meno, il dieci per cento proprio.

Faccio un esempio: una piccola otturazione dal mio dentista in Italia: 300 euro. Piu’ due radiografie, 30 euro l’una, totale 360 euro.

Da Gloria, ho fatto le stesse cose per la seguente cifra: per l’otturazione, 30 euro. Per la radiografia: tre euro (tre euro!). Lasciamo stare che la radiografia mi ha mandato a farla nello scantinato di un suo amico che mi ha messo sulla sedia da barbiere e un giubbotto antiproiettile prima di sparare il raggio X. Sono dettagli.

Chissa’ che non sia questo il business che puo’ finalmente rilanciare la stagnante economia kossovara?

E una carie e’ un pretesto buono come un altro per venire a mettere un po’ il naso in questo angolo di mondo.

Meteo nostrum

Mentre l’Italia si ricopre di neve, a Pristina e’ ufficialmente finito il disgelo, dopo il ghiaccio delle scorse settimane.

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A parte oggi che piove, ci si gode un timido sole e temperature qusi palermitane, per la gioia dei baretti che popolano le strade del centro.

Pristina comunque, a sentire il TG di Belgrado, resta pur sempre la citta’ piu’ fredda della Serbia.

Qui agli albanesi non diteglielo, mi raccomando, che si incazzano come delle bestie.

Non per il freddo, s’intende. Per il vergognoso stupro geografico.

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Secondo le previsioni della TV kosovara, invece, il calduccio ci accompagnera’ ancora per il resto della settimana. Non solo a Pristina, ma anche a Tirana, Tetovo, Presevo e Ulqin.

Non sono citta’ del Kosovo? Lo so, sono in Albania, Macedonia, Serbia e Montenegro. Ma ci abitano degli Albanesi. Sono “dei nostri”.

Non che, dall’altra parte del confine, sia molto diverso, anzi. In Serbia, alcuni giornali danno le previsioni anche per tutta la Repubblica Srpska. Ma e’ in Bosnia, direte voi. Lo so, ma ci abitano i Serbi.

Sono “dei nostri”.

Non lo sapevate? Da queste parti, pure il meteo diventa una questione politica.

Segue i confini che contano: quelli etnici.

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Mi racconta un mio amico serbo che un giorno, guardando la TV croata HRT, ha sentito una previsione del tempo piu’ o meno di questo tipo: “c’e’ una massa di aria fredda che dall’entroterra si sposta verso la costa adriatica, muovendosi lungo la rotta che l’esercito serbo segui’ nel 1991 per andare a bombardare Dubrovnik“.

ABC puzzetta

Grazie dei bei commenti che avete lasciato.

Quello che mi piace e’ che la gente che in questo anno e’ passata su samopravo e’ stata (seppur non numerosissima) sicuramente interessata, interessante, e soprattutto combattiva.

Come dimenticarsi i commenti di fuoco su “Farfalloni“, le discussioni su “Ajajajajaja“, e i dibattiti a proposito del “Il compleanno di Ali“?

Prova della vostra fedelta’ e’ che circa il 60% delle circa 12.000 visite viene infatti da “aficionados” che sono stati su samopravo piu’ di una una volta.

C’e’ anche da dire in realta’ che il 40% invece ci e’ capitato piu’ che altro per puro caso, o comunque suo malgrado. Merito di Google, che, tanto potente quanto scemo, mi manda gente con le intenzioni piu’ disparate.

Mi sono preso di nuovo la briga di andarmi a leggere le parole chiave che la gente (che google ha indirizzato sul mio blog) aveva inserito.

Allora: al primo posto abbiamo (tat-taratan!) “samopravo”.  Giustamente. 838 ricerche. Probabilmente gente che gia’ conosceva il blog. Non vale.

Curioso che invece al secondo posto, con ben 162 ricerche, ci sia “Adem Jashari”, lo zio dell’UCK di cui abbiamo tanto parlato e di cui forse parleremo di nuovo presto.

“samopravo.net” sta al terzo posto, e questa non e’ una notizia, ma e’ una notizia che al quarto posto ci siano ben 84 persone che cercavano “chilavisto”. Chilavisto???

Con 80 abbiamo “Kossovo”, con due “s” ovviamente, che si piazza cosi’ al quinto posto, mentre al sesto posto troviamo un’altra enigmatica stringa: “Javer samopravo”. 75 ricerche. Bah.

Saltiamo ora direttamente ai numeri bassi, perche’ e’ li’ che si nascondono le ricerche piu’ succose.

Non mi invento niente perche’ la realta’ supera di gran lunga quello che mi potrei inventare:

  • A quota 4 ricerche abbiamo “Dimitri Rascalov” (ma chi l’ha mai menzionato??? Ma chi e’???). Ci sono anche quattro “Muri a secco come si costruiscono e come si riparano”, “Franco Trentalance”, e “Franco Trentalance viagra”. Mah.
  • A quota tre ci sono “blog viagra”, “lei bella lui brutto”, “rastrello per mirtilli” e “i caramba”. (Tre persone che cercano “rastrello per mirtilli”???)
  • A quota due spiccano il conformista di “che cosa ne dicono gli altri dello kosovo” e il maialone di “miss coscia”. Tra l’altro, “qualcuno sa quando tornano i militari italiani dal kosovo?”  Se lo sono chiesto sempre in due, presto seguiti da quelli di “tette internazionali” e “tette Juve”).
  • A quota uno non ci si puo’ neanche mettere a fare l’elenco, tante sono le perle che si potrebbero elencare. Cito solo i primi della lista, quelli che cominciano con la “a”: “a chi piace bandiera europa”, “ABC puzzetta” “a belgrado cosa compri con 1 euro”, e poi una serie (chissa’ perche’ poi sta gente finisce sul mio blog???!!?) di allagamenti: “allagamento garage lavori proprietario inquilino” “allagamento fogna” “allagamento da fogna pianterreno” “allagamento immobile in affitto” e, dulcis in fundo, “allagamento culo”.

Continuate cosi’.

Come funghi

La scorsa settimana i colleghi degli uffici di Prizren e Peja/Pec hanno iniziato a riscontrare malfunzionamenti della loro connessione internet.

Il segnale andava e veniva.

Da li’ a due giorni, la situazione peggiorava sensibilmente. Il segnale diventava sempre piu’ debole ed intermittente.

Un bel mattino, kaput. Finito.

Perche’? Non si sa.

I tecnici si mettono al lavoro. Eppure funziona tutto perfettamente. Che e’ successo??

Oltretutto, il segnale non viene portato via cavo, ma viene trasmesso dall’ufficio centrale di Pristina – tramite un potente antennone – fino agli uffici periferici.

Qualcuno dice: “e’ come se ci fosse qualcosa che blocca le onde”. Se non fosse che questo qualcosa, che non c’e’ stato per anni, non puo’ essersi materializzato cosi’, da un giorno all’altro.

O forse si?

Forse si. Ed ecco cos’e’:

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Un complesso di edifici in costruzione sulla collina. Cresce al ritmo di un paio di piani alla settimana.

Tra l’edifici bianco in fondo, quello coi mattoni in mezzo e quello in primo piano, ci saranno quindici giorni di scarto.

Anzi, adesso che sono due settimane che non ci passo davanti, li avranno gia’ pure finiti.

E’ solo l’ultimo degli obbrobri edilizi che si stanno materializzando a Pristina in questi anni. Palazzi che spuntano come funghi tutto dove c’e’ un centinaio di metri quadri a disposizione.

E ce n’e’ ancora, di spazio…

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Edilizia ad altissima densita’ e – inutile dirlo – scarsissima qualita’. Fatta per assorbire la domanda di migliaia di persone che, ogni anno, si riversano nella capitale in cerca di lavoro.

Spuntano come funghi e come funghi crescono. Non sai mai fino a che altezza, o a che livello di bruttura.

Per ora, noi al lavoro abbiamo risolto il nostro problema spostando l’antenna di qualche piano piu’ in alto.

Sperando che l’eco-mostro non si innalzi ancora troppo…

la porsche del vicino

Grazie a tutti dei commenti sull’ultimo post.
Precisiamo: questo blog vuole essere uno spazio tanto mio quanto vostro. Non fatevi scrupoli nel dire la vostra. Quasiasi commento (purchè SENSATO) è più che benvenuto.
Prendo spunto da un intervento di un commentatore (Alessio) per condividere qualche riflessione. Dice Alessio:

il diritto internazionale, come tutti i diritti, non è la sacra scrittura, non è un dogma immutabile,si puo’ anche valutare che magari dopo una repressione di diversi anni, di apertheid imposto ai kosovari albanesi, di tentato genocidio ed esilio forzato di tutto un popolo dalle loro case, forse qualche diritto di sovranità si puo’ anche perdere.

In parte sono d’accordo, in parte no.

La parte del tuo intervento con cui sono abbastanza d’accordo è quando dici che il diritto internazionale “non è la sacra scrittura”. E tra poco cerco di spiegare perchè.

Non sono d’accordo invece quando dici “come tutti gli altri diritti” – beh questo è un po’ troppo. Ad esempio, a me piace molto la nuova porsche del mio vicino, ma non glie la posso fregare, se no il “diritto” mi manda in galera. (Se sono il presidente del consiglio e corrompo i giudici non ci vado, in galera, ma questa è un’altra storia.)

Quindi, assodato che la grande maggioranza dei diritti SONO una “sacra scrittura”, sono d’accordo con Alessio che il diritto internazionale non lo è.

Per una ragione molto sempice: che molte regole del diritto internazionale si formano attraverso la prassi degli stati, e la convinzione che questa prassi corrisponda al diritto vigente.

Un po’ come dire: se tutti si mettono a fregare la porsche del vicino, e tutti pensano che sia legale farlo, fregare la porsche del vicino DIVENTA legale. Diventa diritto.

Il diritto internazionale è un po’ così. E’ molto imperfetto – certo. Primitivo, se volete.

Perchè?  Perchè gli stati sono entità superiorem non recognoscentes – come si dice in gergo – e sovranamente uguali.  Manca cioè un legislatore internazionale al di sopra degli Stati che faccia delle regole che gli stati devono rispettare.  Manca anche un giudice internazionale, che punisca gli Stati se violano queste regole.  Detto diversamente, (quasi) tutto il diritto internazionle, di fatto, si poggia ancora su rapporti di forza.

Ciò non toglie, tuttavia, che nel corso dei secoli, e soprattutto in quest’ultimo cinquantennio, il comportamento degli stati (e quindi il diritto internazionale) si sia evoluto nella direzione “giusta”.

Si sono instaurate delle regole per cui rubare la porsche del vicino è sbagliato, non giusto. Che se la polizia ti interroga, non ti può torturare. O che un capo di stato che ordina una strage di civili non è coperto da immunità.

Si sono anche formate regole a tutela della sovranità degli Stati. Regole volte, in buona parte, a scongiurare pericoli di nuove possibili guerre.

Nella storia, l’uso della forza nelle relazioni internazionali non era per niente vietato. Anzi,  Se occupavi militarmente un territorio, diventava tuo di diritto.  La storia che studiamo a scuola non è forse una compilation di guerre di espansione?  Tutti gli stati ritenevano che fosse lecito farlo.  Ed il diritto non le vietava.  Non sto dicendo se fosse giusto o no.  Dico che era così: non era vietato ad esempio aggredire un altro stato per fregargli un pezzo di territorio. Se ce la facevi, era tuo.

Oggi la prassi è cambiata, l’opinione degli stati anche, ed il diritto è cambiato di conseguenza.

L’aggressione, ad esempio, è vietata: anzi, viene considerata il crimine dei crimini.  L’uso della forza, di cui si parlava nel post precedente, è ugualmente vietato.  Date un’occhiata all’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite, tanto per fari un’idea di alcuni principi fondamentali.  Sono i principi che vigono oggi. Nulla toglie che un domani potranno cambiare.

Un altro principio che almeno in parte sembra contraddire questo sistema mirante a salvaguardare l’integrità territoriale degli Stati, e quindi a scongiurare il pericolo di nuovi possibili conflitti, è quello dell’autodeterminazione dei popoli. Sembra contraddire, dato che pare avere un effetto intrinsecamente destabilizzante.

Ma è un affare un po’ complesso, che andrà quindi spiegato con più calma in un prossimo post.

Diritti e rovescio

Per diventare clienti di IPKO.net vi basta entrare in uno degli appositi rivenditori autorizzati. Salutare la signorina, scegliere tra i numeri dispnibili che lei vi propone (noterete il prefisso internazionale sloveno, ma e’ un dettaglio), pagare 5 euro (di cui 5 di traffico inclusi) ed uscire con la vostra sim card nuova di pacca, che potete immediatamente inserire nel vostro telefonino.

La carta di identita’ invece potete metterla via, nessuno ve l’ha chiesta.

Per parlare invece con Vala 900, l’altro operatore mobile (questo basato a Montecarlo) e’ ancora piu’ semplice: vi bastera’ rivolgervi a uno dei tanti ceffi che vendono sigarette (“cigare”) e ricariche (“mbushje”) per la strada. A volte hanno anche i numeri (“numri”), ossia le simcard, che vi vendono con una piccola maggiorazione del 300%. In ogni caso il tutto non costa piu’ di 15 euro.

Con le vostre nuove sim card potrete quindi fin da subito, ed in modo del tutto anonimo, iniziare a comunicare con i vostri amici. Potrete cosi’ organizzare insieme una cena per sabato sera, una partita al bowling, o – perche’ no – la consegna dell’ultima partita di eroina.

Le telefonate dai telefoni pubblici con la molletta sul naso che si vedono nei film han fatto il loro tempo. Con la telefonia mobile kosovara potrete (nel pieno rispetto della vostra privacy) minacciare comodamente il vicino che vi ha costruito un garage illegale nel vostro giardino, o combinare una piccola estorsione ai danni del panettiere all’angolo.

Potrebbe costarvi caro, se voi avete IPKO e il panettiere Vala900, dato che e’ come chiamare Montecarlo dalla Slovenia. Ma si sa, la comodita’ si paga.

Peraltro, IPKO non e’ solo telefonia mobile. Anzi, i cellulari sono la new entry in casa IPKO (lanciata, come forse vi ricorderete, con il glorioso concerto di 50 Cent a dicembre scorso). IPKO e’ soprattutto internet e televisione via cavo.

Dopo aver cominciato come ONG per portare alla gente internet a prezzi stracciati, il signor IPKO collega oggi alla rete una gran fetta del Kosovo. Molti indirizzi IP risultano purtroppo blacklistati – probabilmente un effetto della buona reputazione di cui gode il Kosovo a livello internazionale.

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Si da’ il caso pero’ che per l’utente medio internet funzioni benissimo. Vengono a installartelo istantaneamente, ti danno pure il modem gratis. Poi tu ogni mese compri le ricariche, un po’ come per il telefonino. Si parte da 10 euro al mese. Una figata.

La televisione anche: 30 o 40 canali, quasi tutti stranieri, BBC, CNN, discovery, national geographic, sky sport. Tutto gratis. C’era pure NBA channel, il mio preferito: mi divertivo un casino a vedere questi cristoni di 2 metri e 40 che saltavano e schiacciavano come dei forsennati.

Dico “c’era”, perche’ purtroppo e’ tutto finito. In effetti, quei canali li’ in italia li paghi cari e salati. Come mai qui tutto free?

Se l’e’ chiesto anche il concorrente di IPKO, un certo Kujtesa. Kujtesa ha scoperto che IPKO piratava un bel satellite e diffondeva i canali ai suoi utenti a costo zero, violando immagino una lunga serie di norme sui diritti TV e sulla proprieta’ intellettuale. Dato che il satellite pare fosse americano, Kujtesa denuncia il tutto ai capoccioni dell’ambasciata USA. I quali poi pero’ ben presto scoprono che lo stesso Kujtesa stava facendo la stessa identica cosa, rubando pure lui i canali.

Chiusi entrambi. Sta di fatto che da un mese qui non si becca piu’ un canale, ne’ su IPKO ne’ su Kujtesa.

Vorra’ dire che mi mettero’ anch’io la mia bella parabola sul balcone.

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Niente piu’ BBC, ma poco male: tornero’ a farmi quattro ghignate con Bondi, Carfagna & c.